Questi aspetti sembrano essere un po’ trascurati, e se ne
sente parlare poco, se non addirittura mai, ma sono fondamentali per capire i
vantaggi di un dritto e di un rovescio a due mani giocato tecnicamente in modo
corretto. Una volta conosciuti i motivi fondamentali del perché di determinate
azioni la nostra tecnica salirà a un
livello superiore di consapevolezza. Questo ci permetterà di determinare
consciamente tempi e caratteristiche di ogni colpo giocato. Determinati errori
e i relativi aggiustamenti saranno subito evidenti a livello cosciente con la
conseguenza che sarà più facile correggerli. I miglioramenti saranno quindi più
rapidi.
Il punto d’impatto
La fisica ci spiega che la massa utile in un impatto di un corpo che ruota su un asse di
rotazione va calcolata prendendo in considerazione il peso e la distribuzione
del peso del corpo per la distanza dall’asse di rotazione al quadrato.
Mantenere il polso fermo a 90° e raggiungere il punto d’impatto con l’articolazione del polso il più
possibile ferma permette di spostare l’asse di rotazione verso la spalla se si ha l’accortezza di non piegare
l’avambraccio al momento o poco prima dell’impatto. In questo modo la “massa
utile” all’impatto sarà tutta quella del sistema braccio racchetta dal punto di
rotazione della spalla. È un vantaggio inequivocabile e credo elimini la
questione ben evidenziata dal professor Rod Cross
dell’Università di Sydney relativa al trasferimento di energia da un pendolo
all’altro all’interno di un doppio moto pendolare. Il cui problema, ben
evidenziato, della proporzionalità dei pesi dei pendoli e della pallina non ha
in questo caso ragione di esistere perché siamo in una visione che potremmo
considerare opposta: ovvero la situazione in cui pendoli più corti via via
permettono l’accelerazione di un pendolo più lungo di cui entrano a far parte
come segmenti. Il tutto avviene dall’esterno
verso l’interno e non dell’interno verso l’esterno rispetto alla circonferenza
che compie il braccio. Avremo modo di approfondire questo aspetto in seguito,
ma ho come l’impressione che il fenomeno vada analizzato da un altro punto di
vista.
Se colpiamo la palla più in avanti il pivot point o punto di
perno sarà spostato più indietro aumentando quindi la massa in gioco, invece
via via che l’impatto è più arretrato, fino ad arrivare all’estremo di un colpo
giocato quasi dietro al corpo, il punto di perno si sposterà più in avanti, più
vicino al punto d’impatto, alla mano e alla racchetta, riducendo in questo modo
la massa utile nell’urto. Credo sia una sensazione comune a tutti tennisti
quella di avvertire maggiormente l’impatto in un colpo giocato in ritardo come
se l’urto fosse stato ricevuto maggiormente. Questo accade, non solo
perché si ha meno spazio di accelerazione, ma anche perché si riduce la massa
del braccio racchetta all’impatto. In pratica il sistema braccio racchetta si
riduce nella sua lunghezza effettiva di utilizzo. Nel tennis la massa ci serve tutta così come la velocità.
Di fianco alla rete possiamo notare che, con la posizione
del polso classica, neutra, non estesa, il punto ideale di impatto rimane all’altezza
della gamba sinistra, se da questa posizione estendiamo il polso la testa della
racchetta ruoterà all’indietro e per raggiungere il nuovo punto d’impatto
ideale è necessario avanzare il braccio racchetta addirittura oltre la gamba
sinistra o destra nel rovescio bimane (per i mancini naturalmente è l’inverso).
Per maggiori approfondimenti tecnico fisici si consigliano
gli studi di Daniel A. Russell
(Pennsylvania State University) il quale ha trattato gli aspetti relativi al
momento d’inerzia e ai pivot
point nelle battute del baseball.
Visione.
Un altro vantaggio riguarda la visione. Un punto d’impatto
così avanzato consente di vedere da
dietro l’intero piatto corde al contrario di quanto accade con la posizione
“classica” in cui si ha una visione dall’alto e più obliqua della testa della
racchetta. È un elemento cruciale in quanto una migliore condizione visiva
permette di limitare il numero degli errori ed avere dei colpi più consistenti.
L’associazione con il vantaggio di un punto di perno più spostato verso la
spalla permette di avere colpi più incisivi oltre che statisticamente meno
fallosi.
Quando estendere il
polso a 90°?
Il momento in cui portare il polso alla massima estensione è
quello in cui la testa della racchetta comincia a scendere verso il basso,
quindi nel momento in cui inizia la discesa. Questo accade sia con il colpo di rovescio
bimane che nel colpo di dritto. Il cuore della racchetta si stacca dalla mano
sinistra inizia la sua discesa e in questo momento il polso assume la posizione
a 90 gradi. Nel rovescio a due mani naturalmente la mano che assume questa
posizione è la mano dominante: la sinistra per un destro e la destra per un
mancino. Per semplificare si può dire che si tratta della mano più vicina al
cuore della racchetta.
Nelle foto di André Agassi si vede chiaramente la posizione
del polso in estensione massima e l’impatto che, sia nel dritto che nel
rovescio, è molto avanzato, oltre la gamba d’appoggio più vicina alla rete.
Difficoltà del gesto
tecnico.
Le difficoltà nell’esecuzione di questo tipo di movimento
non sono da sottovalutare, perché si tratta di un gesto innaturale in quanto l’obiettivo
è quello di bloccare un’articolazione in una posizione fissa. In più la
velocità e le accelerazioni che entrano in gioco nel momento di uno swing
tenderanno a far ruotare la testa della racchetta in avanti e con essa a far
muovere l’articolazione del polso, la quale invece deve cercare di accompagnare
il movimento e la racchetta in avanzamento rimanendo nella posizione di
estensione massima. L’esercizio è il miglior modo per affinare questo tipo di
tecnica, a tale scopo si può esercitare anche senza colpire la palla,
accelerando il sistema racchetta braccio, cercare di accompagnarlo all’impatto
e fermarsi sul punto ideale con il polso in posizione 90 gradi rispetto all’avambraccio.
Se si è abituati a colpire la palla più vicino al corpo sarà
anche necessario aggiustare i propri tempi di esecuzione del colpo, nonché di
preparazione e posizionamento delle gambe, in quanto il nuovo punto d’impatto
dovrà essere raggiunto più avanti rispetto a quello precedente.