Il gioco del tennis richiede molte tipologie di abilità. È
importante avere un gesto accurato e preciso al fine di colpire il più possibile
centralmente la pallina; è richiesta una certa prontezza di riflessi nella
preparazione del colpo che vogliamo eseguire; è altresì importante acquisire la
capacità di leggere la traiettoria della pallina affinché si possa intuire dove
andrà a cadere e di conseguenza riuscire a partire con un po’ di anticipo. Sono
necessarie doti atletiche e una certa forza muscolare. Ma una delle abilità che
vale la pena migliorare e comprendere maggiormente è quella che consente di trasformare l’energia
gravitazionale potenziale di un oggetto in energia cinetica, ovvero in energia
di movimento.
L’energia
gravitazionale potenziale è l’energia relativa alla forza di attrazione gravitazionale fra masse quindi
un oggetto quando viene sollevato da terra possiede una certa energia
gravitazionale potenziale tale energia è in correlazione con il peso dell’oggetto
stesso e con lo spostamento da un punto A ad un punto C. L’energia
cinetica è l’energia di movimento, ovvero l’energia che possiede un
corpo quando si muove ad una determinata velocità ed è data dalla metà del
prodotto della sua massa per la velocità al quadrato secondo la seguente formula:
.In tutti colpi del tennis dobbiamo sollevare un oggetto che nel caso specifico è una racchetta. Questo accade nei colpi fondamentali: dritto e rovescio, perché in fase di apertura la testa della racchetta viene sollevata verso l’alto. Accade nel servizio: perché nel momento del lancio di palla il braccio con la racchetta solleva l’attrezzo verso l’alto. Accade nelle volèe: in quanto la testa della racchetta è già alta con la mano non dominante che la sostiene nel cuore. Accade nella schiacciata per le stesse ragioni del servizio.
Nel momento in cui svolgiamo
il lavoro di sollevare la racchetta essa acquisisce energia gravitazionale
potenziale pertanto la scelta più economica ed utile a questo punto è quella di
lasciarla cadere insieme al proprio
braccio trasformando quest’energia in energia di movimento. In tutti i colpi. Tecnicamente potremmo non fare nessuno sforzo aggiuntivo al fine di
aumentare la sua velocità. In questo caso ci limiteremo a colpire esclusivamente
grazie alla velocità acquisita
dovuta al trasferimento dell’energia. In linea teorica quest’energia dovrebbe
rimanere costante e ritrasformarsi in
energia potenziale gravitazionale quando il sistema racchetta-braccio è
risalito alla fine del movimento pendolare. Questo non accade, in pratica,
perché c’è dell’attrito, ma qualora volessimo mantenere la velocità costante
potremmo sempre limitarci a un lavoro
minimo che consente di compensare esclusivamente la perdita di velocità
dovuta all’attrito. In fase di palleggio potremmo limitarci a questo tipo di
colpo e apprezzare il piacere di colpire in contrazione.
Ma anche qualora volessimo aumentare la velocità che il
sistema racchetta braccio acquisisce grazie alla trasformazione dell’energia
questo sforzo, questo lavoro,
sarebbe limitato al surplus
necessario per raggiungere la velocità
desiderata che non può essere acquisita dalla sola trasformazione dell’energia
gravitazionale potenziale in quella cinetica.
Avremmo in questo modo uno
swing continuo, uniforme, senza interruzioni. Se invece come accade spesso
dovessimo fermarci o rallentare una
volta che l’accelerazione dall’alto è stata avviata saremo chiamati a fare lavori aggiuntivi strettamente
muscolari. Fermare del tutto o rallentare la velocità acquisita del racchetta
braccio è già un lavoro in più e poi tornare ad accelerare per riprendere tutta
la velocità o solo la velocità perduta nel caso in cui ci sia stato un
rallentamento diventa necessario. Nel caso in cui si dovesse fermare la racchetta
non solo sprechiamo energie per fargli acquisire energia gravitazionale
potenziale, all’inizio, ma poi ne utilizziamo altrettante per fermare l’energia
cinetica acquisita e poi saremo chiamati a un ulteriore sforzo di trazione per
far riprendere l’energia cinetica persa al nostro sistema braccio racchetta.
Inoltre l’ultimo sforzo sarebbe anche in contrasto con la forza di gravità.
È quindi importante sin da subito cercare di allenare un
movimento razionale, perfettamente consapevole, che consente di utilizzare
tutte le risorse fisiche e scientifiche che abbiamo davanti quando decidiamo di
giocare una partita di tennis. L’accelerazione senza contrazioni muscolari
limitando al minimo necessario, a seconda della tipologia di colpo, il lavoro
della spalla per accelerare dal basso verso l’altro è un’abilità che va
insegnata e perseguita sin da subito e deve essere presente nella nostra mente
in ogni momento. Non è da escludere che si tratti di un’attività non immediata, non naturale, perché
forse siamo connaturati ad aspettare fino all’ultimo per essere sicuri di
colpire bene l’oggetto che abbiamo davanti in questo caso una pallina da
tennis. Però dobbiamo cercare di comprendere che quest’istinto non è il
migliore da seguire per riuscire ad avere dei colpi efficaci ed efficienti.
In inglese il significato del verbo swing è “oscillare”, “dondolare”. In italiano non mi sovviene un
termine che viene comunemente utilizzato e che renda bene l’idea del fatto che
la racchetta va oscillata, dondolata. Si tratta di un movimento pendolare che
dobbiamo cercare di eseguire con il massimo risparmio energetico sfruttando le
risorse naturali e fisiche a nostra disposizione. Quindi non si tratta di un
dondolio con la mano completamente serrata sul manico, condizione muscolare che
impedirebbe la trasformazione dell’energia di cui abbiamo scritto anzi
impedirebbe di fatto proprio il dondolio. Ma di un’azione decontratta, almeno
nella prima fase, in agevolazione e sostegno alla trasformazione dell’energia
gravitazionale potenziale in quella cinetica, perché il lavoro per sollevare la
racchetta lo abbiamo già svolto nella prima fase, quella di apertura.
Acquisire sin da subito,
meglio se da bambini, dimestichezza e sensibilità
in questo approccio ai colpi è fondamentale al fine di poter raggiungere un’ottima
capacità tecnica per giocare un tennis efficace e divertente a tutti i livelli,
sia che si tratti di attività
ricreazionali sia che si tratti di impegni agonistici.
Si tratta forse della prima vera abilità del tennis: quella da cui partire e costruire il proprio gioco.