Combinare le variabili: teoria e cinestesia dello swing nel tennis


Al fine di essere sicuri di un nostro progetto e del suo funzionamento la migliore opzione è quella di fare riferimento a principi scientifici consolidati. Nel mondo del tennis non di rado assistiamo a una varietà di metodi d’insegnamento che rimandano a scuole particolari. Sembra mancare però una visione uniforme e chiara degli aspetti essenziali che vanno a comporre i colpi del tennis che rappresenti la base da cui poi diramare varie interpretazioni particolari. Tale visione uniforme per essere codificata non può che partire da evidenze scientifiche, in caso contrario si rischia di fare confusione e di non riuscire ad integrare, all’interno di un unico modello, le varie peculiarità delle singole scuole, o singoli suggerimenti. Si tratta di una necessità perché, come abbiamo visto, i dubbi del giocatore e dell’allenatore non devono ricadere sulla correttezza del modello che cerca di applicare ma solo sulla comunicazione e sull’esecuzione, infatti mettere in dubbio il modello richiederebbe un lavoro di crescita notevolmente più lungo. Al fine di raggiungere questo obiettivo non c’è miglior modo di quello di fare riferimento a indicazioni di carattere scientifico le quali concorreranno a chiarire i motivi per cui un gesto tecnico sia più efficiente di un altro.

Una traccia razionale ed oggettiva formerà un reticolo all’interno del quale ogni aspetto tecnico troverà la sua valenza relativa. In questo modo si eviterà di fare confusione attribuendo maggiore o minore importanza ad un aspetto invece che a un altro. Ritengo che sia il modo migliore di procedere per integrare la varietà culturale che esiste nell’insegnamento del gioco del tennis.

C’è chi dà più importanza all’aspetto mentale, ma abbiamo visto che abbiamo necessità di definire in modo più chiaro che cosa si intenda con questo aggettivo. Alcuni pongono la propria attenzione sul gioco di gambe, su quella che viene chiamata “spinta di gambe”. Anche in questo caso siamo davanti alla necessità di capire l’importanza e il ruolo di questo elemento. La velocità del braccio è un altro aspetto. Ma quanto è importante? Ha un valore assoluto? Può essere compensata con altri accorgimenti tecnici? Colpire la palla il più possibile davanti è un’altra abilità valida. Ma come possiamo riuscirci? Ci sono accorgimenti tecnici che ci vincolano biomeccanicamente ad un impatto più avanzato? Che margine di tolleranza abbiamo all’impatto? Queste sono tutte domande a cui è possibile dare una risposta il più possibile esaustiva se prendiamo in considerazione la natura fisica di questo sport.

Ci sono aspetti fondamentali dei quali dobbiamo capire l’interazione nel momento in cui colpiamo una pallina. Inoltre questi aspetti possono variare il loro modo di interagire a seconda di come portiamo il nostro colpo.

L’energia cinetica è sicuramente un aspetto da non trascurare, ma in uno sport come il tennis non è da sola, perché questo è uno sport di collisioni quindi il momento d’inerzia ha anche esso la sua importanza. C’è poi il momento meccanico o torque. Dopotutto dobbiamo applicare una forza per far ruotare un oggetto quando questa non è esercitata sul suo centro di massa. Abbiamo visto che per svolgere quest’operazione possiamo sfruttare l’energia gravitazionale potenziale. Infine è opportuno prendere in considerazione gli studi che riguardano il doppio moto pendolare, i quali ci suggeriranno diversi modi di far interagire energia cinetica e momento d’inerzia.

Il tennis non è uno sport di lancio, dove l’oggetto da lanciare è nella nostra mano, in questo caso l’energia cinetica avrebbe un valore pressoché assoluto. Con una collisione invece il momento d’inerzia trova il suo spazio e considerato che la sua formula ci dice che esso è dato dalla sommatoria di tutti i punti di massa data per la loro distanza dall’asse di rotazione al quadrato.
Non solo la quantità di massa all’impatto assume valore ma il suo valore è strettamente correlato alla posizione. Se è più vicina all’asse di rotazione avrà un’influenza minore, se invece è più lontana sfrutterà il quadrato della propria distanza dall’asse e quindi avrà una valenza maggiore nel momento dell’impatto. Rappresenterà però uno svantaggio nel momento in cui decidiamo di accelerare la racchetta, anche se abbiamo già visto come aggirare in parte il problema.

Il nostro corpo ha degli snodi: il polso, il gomito, la spalla, la stessa possibilità di pronazione o supinazione dell’avambraccio rappresenta un asse di rotazione. Abbiamo quindi la possibilità di scegliere con quale asse di rotazione portare il nostro colpo. La conseguenza principale è che a seconda dell’asse di rotazione possiamo modificare il momento d’inerzia: sia in fase di accelerazione che in fase d’impatto. È quindi essenziale avere presenti gli aspetti scientifici che ho elencato perché ci aprono la porta verso diversi modi di colpire e di preparare il colpo il quali ci trasmetteranno sensazioni cinestetiche differenti, perché variano grandezze e valori all’impatto.

Avere chiaro in mente il motivo da cui dipendono le nostre sensazioni cinestetiche di gioco ritengo che faciliti l’apprendimento, in quanto permette di fare considerazioni oggettive sui vantaggi e gli svantaggi di determinate soluzioni tecniche avendo la conferma anche in riferimento alle proprie sensazioni di gioco e non solo su base teorica. Le sensazioni cinestetiche forniscono quindi conferme sulla correttezza razionale dei principi scientifici su cui si basa il modello. Permettono quindi di scegliere con più consapevolezza le modalità con cui intendiamo colpire.

Infatti anche solo questi cinque aspetti (energia cinetica, momento d’inerzia, doppio moto pendolare, torque, forza gravitazionale) combinati tra di loro, con valori differenti, di velocità, peso, distanza dall’asse di rotazione forniscono un numero elevatissimo di combinazioni per colpire la palla e sono anche in relazione anche con le caratteristiche fisiche individuali (lunghezza e pesantezza del braccio) nonché con la propria tecnica. Viviamo sulla Terra dopotutto…

Il nostro intento dovrà essere pertanto quello di scoprire se esista e quale sia dal punto di vista fisico la combinazione che rappresenta il gesto migliore, più efficace ed efficiente, e di allenarlo con costanza e una maggiore consapevolezza sia teorica che cinestetica.

Questo è lo scopo principale di questo blog.

Stay tuned.

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