Le fondamenta del tennis: la spinta di gambe e l’ultimo passo

Roger Federer in equilibrio dinamico
Le gambe hanno una ruolo fondamentale nella dinamica dei nostri spostamenti è una constatazione ovvia. Senza le gambe non potremmo raggiungere nessuna pallina ad esclusione di quelle che ci arrivano talmente vicine da non avere bisogno di alcun spostamento per essere colpite. Nel tennis, quindi, nessuno può trascurare la funzione che svolgono. Non a caso molto frequentemente si sente parlare di “spinta di gambe”  come di un qualcosa di imprescindibile nell’esecuzione dei colpi fondamentali del tennis. Svolgono quindi un doppio ruolo: il primo permette di raggiungere la palla ed il secondo è funzionale alla corretta riuscita dei colpi.

Ci occuperemo di entrambi gli aspetti ma credo sia opportuno soffermare la nostra attenzione sulla seconda funzione svolta cercando di valutarla nel modo più possibile oggettivo senza attribuirgli una maggiore o minore rilevanza in base a impressioni o idee preconcette. 

Infatti se è vero che per arrivare a prendere la pallina abbiamo bisogno delle gambe è altrettanto limpido che non sono queste che vanno all’impatto, altrimenti staremmo, molto più probabilmente, giocando a calcio. La pallina viene colpita dal nostro sistema racchetta braccio. Quindi cosa si intende realmente con “spinta di gambe”? Qual’è il vero ruolo svolto dalle gambe? Hanno una funzione attiva nel conferire energia? Si limitano a una funzione in qualche modo stabilizzatrice?

È bene cercare di approfondire per evitare equivoci verbali che potrebbero far insorgere abitudini errate nella ricerca di soluzioni tecniche che non hanno reali vantaggi.

Rafael Nadal in equilibrio dinamico
Le gambe non vanno all’impatto ma permettono di controllarlo. Il loro ruolo principale è quello di controllare l'equilibrio durante l'esecuzione dei colpi. L'intenzione non è quella di negare che esista anche una spinta di gambe in senso proprio (indiretta e limitata), ma ritengo che abbia un ruolo secondario e che sia da gestire con la massima attenzione, poiché se usata in modo eccessivo potrebbe compromettere il corretto equilibrio di tutto il corpo.

Il suggerimento che viene dato da molti maestri ai principianti è indicativo del ruolo principale che svolgono le nostre gambe. Infatti spesso si suggerisce agli allievi di mantenere la posizione finale, dopo aver eseguito il colpo, in equilibrio sulle gambe per qualche secondo, e a questo scopo li si invita (o li si invitava) a contare fino a due o a tre, mantenendo l'equilibrio dopo aver colpito.

Le gambe rappresentano le fondamenta del nostro colpo. Sono la base che permette lo sviluppo di tutta la biomeccanica di esecuzione. È quindi fondamentale riuscire a trovare i giusti appoggi, che permettano una corretta esecuzione e che siano talmente solidi da impedire che la velocità del braccio e le parziali rotazioni del nostro corpo (di anche e spalle) abbiano come conseguenza quella di far perdere l'equilibrio.

Tale situazione è evidente in molti giocatori se ci si sofferma a guardare con attenzione i loro movimenti, evitando di osservare la pallina. Non di rado, infatti, la perdita di equilibrio è evidente in tutti colpi fondamentali (dritto, rovescio e servizio). L'allievo o il giocatore sembra quasi cadere all'indietro o lateralmente. Questa condizione di disequilibrio è molto insidiosa perché è veramente difficile rendersi conto di quando avviene e controllarla una volta che si è avviata. La conseguenza principale si rifletterebbe direttamente sui nostri colpi, con errori e punti persi, se dovesse avvenire durante l'impatto o immediatamente prima.

Il nostro swing non deve far vacillare le nostre fondamenta. Per riuscire in questo intento è bene focalizzarsi sull'ultimo passo, in modo che si riesca ad avere un appoggio ampio e solido sia che si colpisca in affiancamento, in open stance o in semi open stance. Riuscire ad abbassare leggermente il baricentro del nostro corpo, piegando le ginocchia, è un'azione che può essere svolta all'unisono con la ricerca di un appoggi leggermente più larghi. Naturalmente è opportuno non esagerare nella ricerca di una base ampia poiché come è evidente, se i nostri piedi sono posizionati eccessivamente distanti tra di loro, tale posizione pregiudicherebbe la rapidità della ripartenza dopo il colpo.

È importante quindi che ogni allievo sviluppi una propria sensibilità nel ricercare il migliore compromesso tra la solidità della propria struttura a partire dalle gambe e la velocità di ripartenza.

Federer con gli appoggi  a terra
In particolare sul rovescio è fondamentale l'appoggio della gamba destra nei destri e di quella sinistra nei mancini. Nella foto possiamo vedere Roger Federer che trova l'appoggio della propria gamba destra, molto solido, e abbassa il proprio baricentro per mantenere la stabilità.

Nei fotogrammi che riprendono i colpi di dritto di Rafael Nadal e Roger Federer ci troviamo davanti delle immagini che potrebbero indurci a fare una valutazione errata, ma ad un'analisi attenta credo che si converrà che, anche in questo caso, non siamo di fronte ad un'azione delle gambe in cui la spinta ha la funzione di trasferire energia aggiuntiva sulla palla ma l'obiettivo principale è quello di riuscire a mantenere l'equilibrio del proprio corpo.

Roger Federer è più sollevato da terra ma se noi lo trasliamo idealmente verso il basso fino a rimettere i suoi piedi sul terreno di gioco troveremo che la sua posizione è una posizione di perfetto equilibrio. Lo stesso accade per Rafael Nadal: se fosse riportato così com'è a contatto con il campo risulterebbe in perfetto equilibrio.

Siamo in presenza di situazioni chiamate di equilibrio dinamico: sono molto frequenti sia in occasioni di palle che rimbalzano alte, sia in occasioni di swing molto veloci che portano con sé la conseguenza della possibilità di una rottura dell'equilibrio verso una rotazione eccessiva del corpo.

Nell'immagine in cui si vedono i tre fotogrammi di Roger Federer è evidente come a fronte di una rotazione delle anche e delle spalle i piedi e le gambe, seppur sollevati, subiscono piccoli cambiamenti e rimangono sostanzialmente in una posizione invariata. Può essere da riferimento anche la posizione del ginocchio sinistro che è sempre rivolta verso la telecamera. Anche in questo caso con una traslazione l’atleta rimarrebbe in asse e in equilibrio rispetto al terreno di gioco. La spinta in alto delle gambe evita l'eccessiva rotazione laterale, la perdita dell'equilibrio, e permette un migliore trasferimento del peso del corpo sulla pallina.

Mentre l'anca si gira verso di noi (facendo riferimento ai fotogrammi) le gambe tendono a rimanere nella loro posizione non seguono la rotazione: la gamba destra rimane indietro e la gamba sinistra rimane davanti svolgendo una funzione di blocco alla rotazione dell'anca. Questo impedisce una rivoluzione completa dell'atleta durante l'esecuzione del gesto. Piedi ben solidi a terra e il sollevamento in alto e parzialmente in avanti hanno proprio il compito di mantenere l'equilibrio impedendo a Roger Federer di divenire una trottola.
Le gambe di Roger cercano di mantenere l'equilibrio in contasto alla rotazione delle parti alte del corpo

Nell'ultima foto è evidente la solidità degli appoggi di Roger Federer, quando non è in fase di salto, i quali contengono la rotazione delle spalle e delle anche, in questo caso in una situazione di equilibrio che non è dinamico, poiché i piedi sono a contatto con il campo.

La costruzione del nostro colpo, sebbene sia il braccio racchetta che raggiunge l'impatto con la pallina, ha la necessità di avere delle fondamenta di riferimento molto solide che sono le nostre gambe. Dobbiamo però cercare di prestare attenzione al modo con cui comunichiamo la funzione da loro svolta al fine di evitare disguidi e malintesi.

Le fondamenta in fondo non ruotano, non spingono, svolgono la funzione di mantenere, sorreggere una struttura in presenza di sollecitazioni che ne minerebbero l'equilibrio.

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