Timing, ritmo, idee chiare, modelli certi. La scienza funziona

Novak Djokovic pronto per la discesa
Torniamo ancora a parlare del movimento uniforme dei nostri colpi. Abbiamo visto quali sono i vantaggi se si acquisisce l’abilità di utilizzare l’energia potenziale gravitazionale trasformandola in energia cinetica (risparmio energetico, meno lavoro, maggiore energia all’impatto). Ci sono anche altri aspetti che vale la pena sottolineare che aprono il ventaglio dei benefici con un angolo più ampio. Due di questi sono il ritmo e il tempo sulla palla. Un gesto continuo permette di migliorare il nostro tempo sulla palla e di far crescere il nostro ritmo di gioco limitando gli errori dovuti a movimenti irregolari, fenetici, bruschi e strappati. Ritmo e danza in musica sono coordinati e forse non è un caso se con una buona musica di sottofondo si gioca meglio a tennis. La musica predispone a movimenti uniformi, limita gli scatti, i blocchi, frenate e ripartenze. Nessuno balla muovendosi come C3-PO, forse solo qualche pessimo ballerino.

Ritmo, timing e fluidità sono strettamente collegati fra di loro. La frequenza di colpi giocati in un arco di tempo e la ricerca del punto ideale di impatto sono elementi che si possono allenare solo se si migliora la fluidità del gesto (non prendiamo qui in considerazione l’aspetto atletico anch’esso importante). Se aumenta la frequenza dei colpi da giocare ogni indecisione impedisce la corretta esecuzione del colpo e questa non permette di colpire la palla nel punto ideale.

Non sempre però ciò che è corretto è anche intuitivo. Se guardiamo il cielo verrebbe da supporre che sia il sole a muoversi rispetto alla terra, ma Copernico ha chiarito le ragioni di una realtà diversa.
Non di rado il nostro istinto suggerisce comportamenti apparentemente utili ma che non portano reali benefici. Nello sci davanti a un pedio molto ripido la reazione immediata è quella di arretrare con il peso del corpo perché cerchiamo di evitare di cadere in avanti avvicinandoci al terreno indietro, ma questo non è il miglior modo di controllare gli sci, anzi è proprio il peggiore. In questo modo non li controlliamo affatto. Ecco che imparare la tecnica richiede un impegno per eseguire dei movimenti che non sono immediati e non sono i primi suggeriti dal nostro istinto; possono addirittura essere contro intuitivi. L’esatto opposto di quello che viene immediatamente suggerito da un impulso naturale o da un’impressione.

Quando scendiamo su un campo da tennis il nostro tempo è prezioso e limitato. Abbiamo pagato il campo perciò sapere cosa allenare diviene fondamentale per ottimizzare il tempo a disposizione. Dobbiamo anche essere sicuri che quello che stiamo allenando porterà dei vantaggi, quindi il nostro modello di riferimento deve essere certo, affinché questo avvenga è bene avere delle conferme scientifiche che ci rassicurano sulla correttezza del modello. Su questo non penso ci siano dubbi.
Un movimento a singhiozzo come quello di un’auto che ha problemi alle candele, di carburazione, elettrico o agli iniettori impedisce di trovare il giusto tempo di impatto con la pallina e la giusta velocità, la conseguenza principale è che il nostro ritmo di gioco ne risente negativamente e si trova nell’impossibilità di crescere.

La prima cosa su cui riporre la nostra attenzione è quella di cercare un movimento fluido armonico, senza interruzioni. Non dobbiamo cedere all’istinto di portare indietro il braccio per poi avanzarlo verso l’impatto. Il movimento di esecuzione dei colpi non è quello di caricare il nostro braccio come se si trattasse di una fionda. Uno o più momenti “morti” sono l’opposto di quello che ci serve per arrivare in tempo all’impatto con la palla nel punto ideale e con la velocità desiderata.

Nel momento in cui il nostro modello di colpo si basa su certezze scientifiche non abbiamo motivo di dubitare di quello che cerchiamo di fare e anche se all’inizio commettiamo degli errori saremo certi che abbiamo cercato di fare la cosa giusta che si basa su evidenze oggettive. Avremmo quindi le idee chiare su quello che è il  gesto esecutivo da allenare.

Economia energetica del gesto, maggiore velocità e decontrazione muscolare in accelerazione, migliori aspettative per un tempo d’impatto e ritmo migliore sono tutti vantaggi che derivano dalla trasformazione dell’energia potenziale gravitazionale in energia cinetica. Non c’è motivo di dubitarne.

Scendere in campo e allenare qualcosa di poco utile o addirittura controproducente non permette di ottimizzare il tempo a nostra disposizione. Sarebbe come sciare cercando di curvare a sci paralleli con il peso indietro. Potremmo spendere una vita senza vedere i miglioramenti di coloro che invece si allenano diversamente.

Frustrazione, ansia, preoccupazioni e timori non devono coinvolgerci troppo in caso di difficoltà iniziali ed errori, se siamo certi di allenare un gesto efficiente. Quando il nostro braccio racchetta inizia a percorrere la discesa, non è il momento di esitare. E una discesa c’è sempre, in ogni colpo del tennis. Se vi fermate rischiate di arrivare in ritardo.

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