Ancora leve, rotazioni, Atlatl e il servizio di John McEnroe

Propulsore o atlatl

Una discussione avvenuta su Facebook mi permette di fare alcune precisazioni al fine di evitare equivoci e fraintendimenti. Quando si parla di leve svantaggiose ci si riferisce ai movimenti del nostro corpo: alzare il braccio, alzare l’avambraccio o alzare un oggetto che è impugnato. In questo caso siccome l’azione dei muscoli avviene sul polo, quindi sul punto in cui dobbiamo far ruotare il nostro arto questo sarà, nell'ottica del funzionamento delle “leve” un braccio resistenza e non un braccio potenza. Per sollevare il nostro braccio, un oggetto, dobbiamo vincere con la forza muscolare l’inerzia dell’oggetto stesso esercitando una forza. Il nostro corpo pertanto funziona per mezzo di leve svantaggiose. Dopo tutto, come ci spiega la teoria dell’evoluzione siamo più dei “progettoidi” che dei progetti. La situazione è un po’ diversa quando dobbiamo lanciare un oggetto con il nostro corpo o con un attrezzo. In questo caso infatti l’energia cinetica acquisita dall'oggetto nel momento in cui viene lanciato sfrutta anche la lunghezza del braccio. A scopo divulgativo penso si possa affermare che la lunghezza del braccio permette di esercitare una forza, conferire energia, lontano dal punto di rotazione.

Esemplificativo credo sia in questo caso l’uso del propulsore o atlatl. Lo strumento veniva utilizzato sin dal paleolitico per aumentare la distanza di lancio di frecce o lance durante la caccia. Il meccanismo era appunto quello di prolungare il braccio di lancio al fine di raggiungere distanze superiori.


John McEnroe.
Rotazioni al servizio


Se prendiamo una pallina e la sistemiamo all'estremità dell’ovale della racchetta cercando di lanciarla come se la racchetta fosse una atlatl il lancio sarà più lungo di quello effettuato con il movimento del singolo polso. Nel tennis nel momento dell’impatto si ha una collisione e non un lancio, però se vogliamo considerare questo aspetto delle leve anche in questo caso credo si debba convenire che la gestione di un raggio più lungo e quindi di un braccio esteso il più possibile porti di vantaggi nel colpire la pallina. Quindi la ricerca del massimo raggio credo sia utile da entrambi i punti di vista sia quello della leva che quello dell’inerzia.

Fatta questa dovuta precisazione se consideriamo il nostro corpo e il suo modo di muoversi mentre giochiamo a tennis le leve sono tutte svantaggiose o quasi...

Esistono tre tipi di leve: le leve vantaggiose appunto, le leve indifferenti e le leve svantaggiose. La tipologia della leva varia a seconda della posizione del fulcro rispetto al punto in cui si applica la forza motrice e della posizione della forza resistenza. Il fulcro non è altro che il punto intorno al quale ruotano i bracci delle leve. Un braccio potenza e un braccio resistenza. Se il braccio potenza è più corto del braccio resistenza la leva è svantaggiosa. Purtroppo le leve del nostro corpo sono tutte svantaggiose, perché la forza muscolare si applica sul punto di rotazione. Quindi abbiamo solo "bracci resistenza" e non "bracci potenza". La cuffia dei rotatori applica la forza sul punto in cui la spalla ruota. Il bicipite sul gomito, il punto in cui ruota l'avambraccio. Con asse rotazione polso la mano ruota la racchetta all'altezza della mano stessa. Tutto sforzo muscolare con nessuna agevolazione. Ci sono però due azioni che possono rappresentare delle leve vantaggiose: la rotazione delle spalle e delle anche. Questo tipo di rotazioni e il mantenimento dell'equilibrio durante queste azioni sono abilità da sviluppare sin dalla gioventù.

Quando ruotiamo il nostro corpo con un’azione che parte dalle gambe e si esercita sulle anche, oppure ruotiamo le nostre spalle, il nostro busto, la rotazione avviene su un asse centrale del nostro corpo. Un asse che ci divide perfettamente a metà mentre le azioni muscolari si esercitano anche lontano dall'asse pertanto la distanza che va dove si esercita la forza fino all'asse centrale e da considerare braccio potenza della leva.

Come quando cerchiamo di svitare il bullone di una ruota di un’automobile con una chiave a croce: esercitiamo la forza all'estremità della croce in modo da sfruttare tutto il braccio potenza della leva. Oppure quando giriamo lo sterzo sempre della nostra automobile. Esercitiamo la forza ai lati del volante più andiamo verso il centro e più dovremmo fare fatica per raggiungere lo stesso angolo di sterzata. Lo stesso accade con le biciclette: più è lunga la pedivella e minore sarà lo sforzo esercitare per muovere il movimento centrale.

Le rotazioni sono quindi importanti nel tennis ed è importante imparare a gestirle con equilibrio e dal punto di vista della preparazione atletica.

Grande interprete di questo aspetto capace di gestire una rotazione di quasi 180 gradi durante il servizio è stato John McEnroe, il quale partiva da una posizione completamente rivolta verso il fondo campo e riusciva a gestire (anzi riesce ancora) un’ampia rotazione prima di andare a colpire.





Ma le rotazioni sono importanti anche nei colpi fondamentali: diritto e rovescio. Per questo motivo è importante girare le spalle in preparazione del colpo, in modo da poter avere la massima rotazione che siamo in grado di coordinare durante l’esecuzione. Si tratta di un’abilità che si impara, si allena e si può migliorare. Consente di avere un colpo efficiente, avere una maggiore decontrazione del braccio racchetta durante l’esecuzione.

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