La soglia della miseria |
Nell'allenare un atleta le difficoltà crescono insieme alle qualità dell'atleta stesso e delle sue abilità tecniche.
Se nell’apprendimento iniziale di una disciplina è possibile fare degli aggiustamenti macroscopici questo approccio diverrà sempre più difficile man mano che l'atleta avrà dei colpi efficaci che gli consentono di essere competitivo a livelli elevati.
Come accadeva nelle vecchie radio analogiche quando si cercava la sintonia di una stazione all’inizio ampi aggiustamenti sono fondamentali, ma man mano che ci si avvicina alla sintonia giusta questi cambiamenti avranno come unico effetto quello di far perdere la stazione. Non sentiremo più nulla e nulla è peggio di poco e male.
Saranno invece opportuni dei micro aggiustamenti di lieve entità, per consentire di avere la migliore ricezione e sintonia.
Quando si parla di affinare un colpo dobbiamo, pertanto, cercare di agire in modo attento e sottile in relazione alle variabili che abbiamo preso in considerazione negli altri articoli (massa, raggio, accelerazione). È ovvio che di fronte ad un atleta di livello internazionale toccare gli equilibri tecnici e di gioco può rivelarsi un rischio, poiché, essendo già ad un alto livello, anche un minimo cambiamento potrebbe renderlo meno vincente, aumentando i margini di errore anche se di poco.
La situazione è invece diversa con coloro che sono agli inizi oppure hanno cominciato da poco l'apprendimento del gioco o l'attività agonistica. In questi casi infatti dei cambiamenti anche consistenti, macroscopici, potrebbero essere opportuni al fine di consolidare gli aspetti basilari della tecnica.
In entrambe le situazioni però è opportuno essere davanti a un modello tecnico di riferimento sicuro, che possa rappresentare le basi solide e incontestabili di riferimento. Tale modello dovrà rappresentare nella sua idealità i colpi perfetti, o almeno l'intelaiatura essenziale dei colpi perfetti. Dalla struttura generale ci si potrà allontanare per personalizzazioni, ma solo con piccoli aggiustamenti e lievi cambiamenti.
L’inizio di questo ragionamento si basa sul fatto che, al fine di avere delle solide fondamenta, i colpi ideali (perfetti) non devono essere soggetti all’opinione personale, alla doxa o all'improvvisazione, ma avere come riferimento solide basi scientifiche, razionali e necessariamente condivise sulla base di questi stessi principi.
La certezza dei modelli esecutivi, i quali possono essere leggermente differenti per ogni singolo colpo, avrà due vantaggi: il primo sarà quello di riuscire ad analizzare e migliorare i singoli colpi evitando cambiamenti troppo grossi negli atleti di alto livello; il secondo sarà quello di fornire il colpo perfetto da ricercare in ogni momento di gioco e che l'atleta si proporrà come finalità esecutiva da raggiungere. Una conseguenza indiretta sarà quella di eliminare le incertezze dovute a quelli che vengono definiti in modo vago problemi mentali. Infatti nel momento in cui la mente è impegnata nel ricercare l’esecuzione migliore seguendo la certezza del modello, sia l'aspetto psicologico del punto più o meno importante sia quello dell'errore casuale passano in secondo piano.
Infatti partendo dal presupposto che non possiamo vincere tutti i punti, tutti i game e tutte le partite l'obiettivo di gioco principale sarà quello di cercare di avvicinarsi il maggior numero di volte possibile alle esecuzioni perfette secondo il modello di riferimento.
In questo modo la concentrazione sarà focalizzata sempre sul singolo colpo e nemmeno sul singolo punto, perchè il punto è sempre la conseguenza di una successione di colpi. Ridurremo così in percentuale il numero degli errori, in modo direttamente proporzionale al numero di volte che colpiremo nel modo più corretto possibile. Aumenteremo il numero dei vincenti per le stesse ragioni.
Alcuni punti potranno andare male a causa dell’abilità dell’avversario, della sfortuna, dell'impossibilità di eseguire un colpo come avremmo voluto, ma questo non deve distoglierci dal nostro obiettivo principale che è quello di colpire con la migliore tecnica il maggior numero di volte possibile. Se lo facciamo più spesso del nostro avversario avremo un margine di errore inferiore sia negli errori gratuiti che nei colpi vincenti. Un margine percentuale anche piccolo consentirà di avere un vantaggio nel medio e lungo termine sul nostro avversario.
Se le cose vanno male non dovremmo pertanto preoccuparci della situazione più del dovuto, ma rimanere concentrati nella ricerca dell'esecuzione migliore, che si avvicini il più possibile alla perfezione. Il vantaggio esecutivo verrà comunque fuori nel lungo periodo anche se gli elementi accidentali o la sfortuna ne hanno impedito il manifestarsi. Se per esempio il nostro avversario ha una media di errori con il dritto del 20% ovvero sbaglia due colpi su 10 e la nostra tecnica ci consente di avere un margine di errore del 10% può capitare che nella prima mezz'ora di gioco il nostro avversario non sbagli mai e noi più del solito.
Dobbiamo però evitare di cadere in quell’aspetto psicologico che viene chiamato "soglia della miseria". Questa è una condizione resa nota dal giocatore di poker professionista Mike Caro in cui il disagio per le numerose perdite o le sconfitte è arrivato a un punto tale che non diamo più importanza emotiva alle sconfitte stesse, finendo per adagiarci.
Una situazione in cui diamo ormai tutto per perso e smettiamo di occuparci con la dovuta attenzione del lavoro che stiamo svolgendo. Invece anche piccole marginalità vengono fuori nel lungo periodo, pertanto è opportuno rimanere focalizzati nella ricerca dell'esecuzione migliore in ogni singolo colpo. I vantaggi, nel tennis quantificabili nel punteggio, potrebbero venire fuori tutti insieme anche inaspettatamente.
Uno dei segreti di questo sport risiede nella ricerca della perfezione del modello esecutivo e nella ricerca dell'esecuzione perfetta che si avvicini il più possibile al modello preso in considerazione.
Il risultato non è altro che la conseguenza di una serie di colpi eseguiti in modo più corretto rispetto al nostro avversario. Il nostro obiettivo non dovrà quindi essere quello di vincere il punto o più punti ma piuttosto quello di eseguire il colpo correttamente. Non dobbiamo essere orientati al risultato ma orientati all'esecuzione, qui e solo qui deve perseverare sia la nostra volontà che la nostra concentrazione.
Ovviamente potrà capitare di perdere, nessuno vince sempre. Ma se costruiamo un vantaggio tecnico esecutivo nel tempo, cercando sempre di migliorarci, questo vantaggio verrà fuori inevitabilmente. È una questione matematica e probabilistica.
Se le cose vanno male per troppo tempo dovremmo naturalmente rivalutare il nostro tipo di esecuzione, la nostra preparazione atletica la quale magari ci impedisce la corretta esecuzione perché poco allenati. Potremmo addirittura essere costretti a rivalutare il modello di riferimento dell'esecuzione, per questo motivo è fondamentale che questo si basi principi scientifici e razionali, come abbiamo fatto in questo blog.
Una volta sicuri del modello non rimane che limare verso la perfezione, prima con macro e poi con micro aggiustamenti i quali innescano piccoli vantaggi forieri di grandi differenze e di grandi vittorie.
Plays with whole body.
Massama massa, massimo, raggio, massima velocità