La personalizzazione del manico secondo Richard Gasquet |
Anche un minimo margine di errore in più può essere fatale, pertanto affidarsi a un moto caotico per colpire non sembra essere la migliore scelta da fare, sia che stiate giocando a Wimbledon o che cerchiate di vincere una partita di circolo con il vostro collega di lavoro.
Alcuni semplici trucchi possono permettere di limitare il numero di volte che l’ovale della racchetta oscilli con un moto intrinsecamente imprevedibile. L’obiettivo è quello di cercare, nel momento dell’impatto, un’oscillazione a un pendolo con un asse di rotazione il più lontano possibile dal punto di impatto in modo da aumentare l’inerzia del braccio racchetta.
1. Cercare uno swing di spalla.
2. Ruotare le spalle fino all’impatto.
3. Cercare di limitare, nella presa, l’uso delle dita indice e medio, e cercare, maggiormente, una presa di anulare e mignolo. Questo, da intendere come esercizio, evita di innescare un movimento di chiusura anticipato dell’avambraccio ed agevola la traslazione del manico in avanti in direzione dell’impatto; questo accade perché l’azione di forza della mano è limitata da un’impugnatura più lasca nella parte anteriore.
4. Cercate di mirare con il tappo della racchetta. L’intento dovrà essere quello di cercare di indirizzare la pallina non con la testa della racchetta ma prendendo come riferimento il manico nella sua parte finale.
Questi accorgimenti evitano l’innesco anticipato del doppio moto pendolare, infatti l’oscillazione rimarrà per più tempo un movimento di braccio-racchetta nel suo insieme e non una successione di avambraccio e poi racchetta. La riduzione degli errori è strettamente correlata a un gesto che è per natura fisica lineare e prevedibile, al contrario di un gesto la cui l’oscillazione è soggetta a macroscopici cambiamenti, con la conseguenza diretta di rendere molto più difficoltoso trovare il timinig giusto sulla palla.
I risultati nel cercare di utilizzare l’oscillazione a un pendolo possono essere riscontrati a tutti i livelli agonistici. Consentono pertanto l'innalzamento del livello di gioco di tutti i giocatori, spostando verso l’alto il livello di competitività.
Dal punto di vista matematico è difficile dire di quanto venga ridotto il margine di errore. Ritengo che sia abbastanza consistente, ma anche se fosse di un valore al di sotto dell’unità percentuale, non sarebbe assolutamente da trascurare. Sbagliare anche 0,5% di colpi in meno nell’arco di una carriera potrebbe aprire prospettive inaspettate a un giocatore. Sarebbero 2 errori in meno ogni 100 colpi, magari in una situazione decisiva, in un momento di svolta di una partita, senza considerare le eventuali ripercussioni psicologiche di un errore o due in una situazione cruciale.
Riguardo all'impugnatura di Richard Gaquet nella foto sarebbe opportuno chiedere al giocatore i motivi per cui ingrossa il tappo o pomello della fine della racchetta, ma è possibile prendere in considerazione il fatto che tale modifica possa prevenire la doppia oscillazione del braccio e della racchetta, cambiando il modo stringere l'attrezzo. Potrebbero però anche esserci altre motivazioni personali del giocatore: come quella di consentire una presa più spostata verso la fine del manico aumentando la lunghezza del braccio-racchetta e conseguentemente la sua inerzia all'impatto, sfruttando il quadrato della distanza dall'asse di rotazione dello swing. Rimane possibile, inoltre, che i due aspetti coesistano, o che ce ne siano altri connaturati alla morfologia di Richard Gasquet.