Il tennis è lo sport del diavolo.
Un vecchio adagio che richiama la superstizione per spiegare qualcosa che la nostra mente non riesce a comprendere a pieno. Se "qualunque tecnologia è indistinguibile dalla magia" è altrettanto vero che qualunque fenomeno a cui non si riesce a dare una spiegazione razionale e scientifica è soggetto a spiegazioni tramite la magia, la superstizione, l'esoterismo o la religione.
Questo accade anche negli sport e soprattutto nel tennis, sport la cui complessità ha indotto anche scrittori e intellettuali a richiami semplicistici per avere spiegazioni.
Non è il mio caso. Ed anche se il percorso verso la comprensione puntuale è costellato di errori questa è la strada da percorrere se ci si vuole affrancare dal passato dell'umanità conoscendolo nei suoi limiti.
Inoltre comprendere un fenomeno non implica necessariamente essere in grado di controllarlo. I due aspetti non sono necessariamente correlati.
Alcuni sostengono che spiegazioni semplici a fenomeni complessi non esistono, ma confondono la spiegazione con la possibilità di controllo. A volte condizioni semplici innescano situazioni complesse, talmente complesse da essere caotiche. Un conto è trovare spiegazioni semplicistiche un altro è capire come cause semplici producano effetti imprevedibili.
Il tennis è uno sport dove un tipo di oscillazione è soggetta a questa imprevedibilità e non sembra una buona scelta cercare di controllarla, è più producente tentare di evitarla.
E' l'oscillazione del doppio pendolo.
Un altro aspetto che emerge è come, a volte ma non sempre, la comprensione cinestetica trovi conferme nelle realtà scientifiche. Altre volte, invece, i nostri sensi ingannano e siamo soggetti a miraggi sensoriali.
Buona lettura.